giovedì 9 aprile 2015

Lo scandalo della DIAZ



La domanda sorge spontanea: l'Italia è un paese a vocazione democratica? Verrebbe da dire di sì, in fondo ciascuno di noi è libero di pensare e di agire liberamente in questo Paese. Ma questo stesso Paese nella sua storia definiamola "democratica" si è macchiato di alcuni episodi che richiamano alla mente i peggiori regimi sudamericani. L'assalto alla scuola DIAZ, durante i drammatici fatti accaduti in occasione del G8 di Genova nel mese di luglio del 2001, è senz'altro uno di questi.
Ieri l'Italia ha subito una sentenza senza precedenti per un Paese occidentale e infamante per una nazione che ritenga di coltivare la democrazia. La Corte dei Diritti Umani di Strasburgo ha condannato l'Italia per tortura. Sì avete letto bene: TORTURA!
Nell'assordante silenzio dei mass media che hanno relegato la notizia quasi nei titoli di coda, è emersa finalmente la verità, verità peraltro ben nota a tutti, ma rimasta in questi anni nascosta in un cantuccio, protetta da governi di destra e di sinistra, ma pronta ad esplodere in tutta la sua virulenza.
Come ai tempi di Pinochet, la Polizia quella notte non solo fece irruzione nella scuola manganellando chiunque ci fosse dentro, non solo costruì false prove per giustificare la violenza dell'intervento spacciando dei poveri ragazzi per violenti Black Bloc, non solo tentò di manipolare completamente i fatti per lasciare impuniti i carnefici di quella mattanza. Quella notte gli uomini con la divisa che avevano giurato di proteggere i loro concittadini hanno usato una violenza completamente spropositata e gratuita nei confronti di inermi ragazze e ragazzi che avevano avuto l'unica colpa di trovarsi nel posto sbagliato, la sera sbagliata.
Ovviamente i politici, soprattutto di destra, si sono affrettati a dire che quello fu solo un episodio isolato e che bisogna elogiare la Polizia per l'abnegazione, il sacrificio e bla, bla, bla.
Nessuno mette in discussione la lealtà e il coraggio della stragrande parte degli appartenenti alle Forze di Polizia. Ma questa sentenza è una mazzata che fa male, molto male, per quelli come me che credono nei valori democratici e che cercano di insegnarli ai propri figli.
Come Paese Italia ci facciamo giustamente paladini contro la pena di morte. Incominciamo a cercare di cancellare quel marchio infame con una legge contro la tortura. Poi, forse, avremo il diritto di parlare.      

8 Marzo, FESTA DI TUTTE LE DONNE