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Che sembianze ha il Babau? Questo essere che viene invocato dai genitori per cercare di quietare i capricci dei bambini è un mostro immaginario che si insinua subdolamente nella loro fantasia. Rimane nascosto in un angolo della memoria per poi saltare fuori nei momenti più impensati, magari da adulti in situazioni di estrema fragilità. Ciò accade anche a Barbara Mori, la protagonista del romanzo di Angelo D'Antonio, una donna che, arrivati a fine lettura, non si può far a meno di ammirare provando nei suoi confronti uno sconfinato affetto. Sarà lei, medico cardiologo all'Ospedale Molinette di Torino, a tenere il lettore col fiato sospeso e a spingerlo a divorare le pagine.
"L'incubo del Babau. Una storia di stalking" è un thriller dall'assetto particolare nel quale non manca l'investigatore, l'ormai classica figura di ogni giallo che si rispetti, ma che nel caso del vicecommissario Alessio Cipriani si allontana dai personaggi che si è soliti ritrovare, rappresentati per la maggior parte come eroi senza macchia e senza paura che non temono di addentrarsi in quel territorio di caos che nessuno vuole esplorare, risolvendo il mistero, scacciando il Male e ristabilendo l'ordine. Lo scrittore Raymond Chandler, padre letterario del detective privato Philip Marlowe, ha scritto: "Là, in quelle strade squallide e violente, c'è bisogno di un uomo integro, qualcuno che non abbia paura e non sia perseguitato da fantasmi". Così se negli ultimi decenni i thriller hanno subito un'ulteriore evoluzione, trasformandosi in indagini sull'investigatore stesso più che sul crimine specifico, D'Antonio si discosta da questa abitudine. Il suo Alessio Cipriani è un uomo complesso e fragile, un tutore dell'ordine dalle mille sfaccettature.
L'autore ha costruito in maniera del tutto inusuale sia la Mori che Cipriani, personaggi poliedrici inseriti all'interno di un plot mai scontato, trasportato in pagine sempre ricche di colpi di scena. Il romanzo ha poi il pregio di essere "moderno", perfettamente contestualizzato nella contemporaneità con una scrittura fluida, ritmata, che rimanda a Robert Ludlum in primis (scrittore molto amato dall'autore) e che per certe atmosfere ricorda Philip K. Dick, il cui sviluppo è senza dubbio cinematografico e pare proprio strizzare l'occhio a pellicole d'azione americane. Ma è la trama a destare interesse, sicuramente per l'intreccio carico di suspense con l'incredibile avventura vissuta da Barbara Mori, ma soprattutto per l'argomento trattato: lo stalking. In questo senso D'Antonio con il suo scritto è riuscito a costruire una storia avvincente su un tema delicato e poco trattato nella letteratura contemporanea se non in forma di saggio o di studio. L'autore ha così centrato un duplice obiettivo, quello di portare su carta una vicenda appassionante e quello di far emergere il problema dello stalking, una materia che, purtroppo, appare quotidianamente sulle pagine di cronaca.
Il fenomeno della violenza sulle donne, infatti, è quanto mai attuale e in aumento. Solo nel 2011 sono state 18, secondo i primi dati, le donne uccise in Italia. Nei dati riportati nel rapporto "Il costo di essere donna - indagine sul femicidio in Italia" elaborato dalle volontarie della "Casa delle donne per non subire violenze" di Bologna, si legge che nel 2010 sono morte in 127, il 6,7% in più rispetto all'anno precedente. Nel 2006 sono state 101 le donne uccise da un uomo violento, 107 nel 2007, 112 nel 2008, 119 nel 2009. Il rapporto sottolinea la stretta relazione tra vittima e assassino. A uccidere sono i mariti (22%), ex (23%), compagni o conviventi (9%), figli (11%) e padri (2%). I motivi che hanno armato le loro mani apparentemente sembrano i più svariati. Spiccano l'incapacità di accettare le separazioni (19%), la gelosia (10%) e la conflittualità (12%). Il delitto, insomma, non è quasi mai frutto di un raptus, ma è l'epilogo di un percorso. Proprio per questo appare rilevante porre l'accento sul problema dello stalking, anche perchè‚ secondo l'Osservatorio nazionale dello stalking (attivo dal 2007), un'alta percentuale di omicidi è preceduta da atti persecutori e molestie. Un fenomeno particolarmente abietto quello dello stalking, altrimenti detto "sindrome del molestatore assillante". Questa parola inglese deriva dal linguaggio tecnico - gergale della caccia e letteralmente significa "fare la posta", definizione che ben definisce il comportamento tipico del molestatore assillante che è quello di seguire la vittima nei suoi movimenti o meglio "appostarsi" alla sua vita. La maggioranza dei comportamenti assillanti vengono messi in atto da partner o ex-partner di sesso maschile (in Italia il 70% degli stalkers è uomo), con un'età compresa tra i 18 ed i 25 anni (il 55% dei casi) quando la causa è di abbandono o di amore respinto, o superiore ai 55 anni quando ci si trova di fronte ad una separazione o ad un divorzio.
Secondo uno studio americano, il 12% della popolazione femminile viene perseguitata da parte di un molestatore assillante. In Italia, l'86% delle vittime è donna ed ha un'età tra i 18 e i 24 anni (20%), tra i 35 e i 44 (6,8%), o dai 55 anni in poi (1,2%). Più di 2 milioni di donne hanno subito stalking, il 18,8% sono quelle donne che hanno avuto un partner in passato e che lo hanno lasciato. Al momento della separazione e/o dopo di essa hanno subito forme di persecuzione che le hanno particolarmente spaventate. Cifre inquietanti. Lo stalking è un reato particolarmente vischioso e subdolo che, in molti casi, si insinua lentamente nella vita della vittima e non conosce confini, è una realtà quotidiana che sconvolge l'esistenza di molte donne e dei loro figli, donne che vengono colpite, ferite e umiliate. Non guarda al colore della pelle, alle condizioni economiche o sociali, alla religione. In ogni parte del globo, dal ricco Nord ai paesi più poveri del Sud del mondo, le donne sono vittime di una vera e propria aggressione che le viola nel corpo e nella mente. Lo stalking è una forma di violenza sottile e perversa che penetra nella quotidianità della vittima, spingendola a comportamenti inusuali e a mettere in dubbio lo stile di vita, minandone la tranquillità. Come ha ben rappresentato D'Antonio con Barbara Mori, donna affermata professionalmente anche se fragile a livello sentimentale, che si sentirà completamente in balia della propria insicurezza. Barbara si troverà proiettata all'interno di una girandola di sospetti che colpirà profondamente il suo equilibrio psicologico. In questo senso esemplare è la suggestiva scena che ruota intorno all'essere malvagio che tanto spaventa i più piccoli e che dè il titolo al libro.
Sono pagine che regalano grandi emozioni e che D'Antonio è riuscito a scrivere con una forte sensibilità che si potrebbe tranquillamente definire "femminile". Sensibilità resa evidente nel tratteggiare la psicologia e il carattere di Barbara Mori, ma anche ben delineando il vicecommissario Alessio Cipriani e il misterioso ispettore Simone Berardi. Un'avventura quella de "L'incubo del Babau. Una storia di stalking" che si snoda nell'arco temporale di quindici giorni densi di accadimenti che cambieranno per sempre la vita della protagonista e, forse, anche quella del lettore.
Torino, agosto 2011
Ciao potresti dirmi se questo libro avrà un seguito? Grazie Stefy
RispondiEliminaMa questo libro avrà un seguito?
RispondiEliminaStefy
Al momento non credo. Ma non si può mai dire...
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