Il divorzio breve è legge e sarà operativo anche per i procedimenti in corso. L’aula della Camera ha approvato in seconda lettura e in via definitiva il disegno di legge che è ora pronto per essere pubblicato sulla Gazzetta ufficiale e diventare legge. I voti favorevoli sono stati 398, i contrari 28, gli astenuti 6. A votare a favore insieme alla maggioranza sono stati anche Forza Italia – che ha sottolineato di avere lasciato libertà di scelta ai singoli deputati – Sel, Alternativa libera, Movimento 5 stelle. La Lega Nord, che si è invece dichiarata contraria, ha lasciato libertà di coscienza.
Dopo il sì del Senato, anche la Camera si è quindi espressa favorevolmente. Il ddl approvato prevede che per le richieste di divorzio “consensuale” serviranno 6 mesi, mentre lo scioglimento del matrimonio con ricorso al giudice necessiterà di un anno rispetto ai 3 fino ad ora necessari. Tra le novità la decorrenza del tempo: non partirà dalla prima udienza di fronte al presidente del tribunale, ma dal deposito della domanda di divorzio. Nuove indicazioni anche sull’affidamento dei figli e il loro mantenimento: la sentenza del giudice varrà anche dopo l’estinzione del processo, fino alla sostituzione da un altro provvedimento emesso per ricorso. Sono previste modifiche anche sul fronte della separazione dei beni. Il ddl prevede che la comunione venga meno già nel momento in cui il giudice autorizza la coppia a vivere separata. Il divorzio breve, come già menzionato, sarà operativo anche per i procedimenti in corso.
La proposta di legge sul divorzio breve era all’esame del Parlamento da quasi due anni. Durante il passaggio al Senato, dopo un lungo dibattito durato più di 7 ore, è stata stralciata la norma sul “divorzio lampo“ introdotta durante il passaggio in commissione Giustizia. La procedura di divorzio immediato, se approvata, avrebbe consentito di ottenere il divorzio in 6 mesi, a patto che la richiesta di separazione fosse stata consensuale e a condizione che i due coniugi non avessero avuto figli minori, figli maggiorenni incapaci o portatori di handicap grave o figli di età inferiore ai 26 anni economicamente non autosufficienti. La relatrice del ddl al Senato, Rosanna Filippin (Pd), ha intenzione di riproporre il divorzio diretto in una legge a sé.
Alessia Morani (Pd), relatrice del ddl sul divorzio breve, ha espresso la sua soddisfazione su Twitter: “Il divorzio breve è legge. L’avevamo detto, l’abbiamo fatto. Questo Paese lo cambiamo davvero #cosefatte #cosegiuste #lavoltabuona”. Anche Luca D’Alessandro, co-relatore con Alessia Morani, ha commentato sul social: “Il divorzio è breve! Approvata definitivamente la legge. La politica dei fatti e non delle parole”. Matteo Renzi ha twittato: “Il #divorziobreve è legge. Un altro impegno mantenuto. Avanti, è #lavoltabuona”. Il Pd è soddisfatto del risultato e Barbara Pollastrini ha scritto in una nota: “Il divorzio breve è legge dello Stato! Un passo importante nella civiltà del diritto, per il rispetto delle persone e della cultura del Paese”. Area popolare si è espressa positivamente sulla legge e Dorina Bianchi ha specificato in aula: “Ridurre i tempi per il divorzio è un atto importante, perché risponde in modo adeguato ad una richiesta della nostra società”. Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d’Italia, non è stata dello stesso parere: “Voto contro il ddl sul divorzio breve: no al matrimonio usa e getta soprattutto in presenza di figli. I bambini non sono un dettaglio: vanno tutelati sempre”. Anna Finocchiaro, presidente della commissione Affari Costituzionali, ha commentato: “Non è una scelta di leggerezza ma una scelta di responsabilità. Il divorzio breve è dunque una pagina di civiltà che ci incoraggia a proseguire sul cammino delle riforme che riguardano i diritti delle persone”. Giuseppe Marinello, presidente della commissione Ambiente del Senato (Ap) ha usato parole dure: “Con il divorzio breve il Parlamento oggi ha delegittimato e banalizzato il matrimonio tra uomo e donna, quasi rendendolo ridicolo. Se questa è civiltà, non posso che prendere le distanze da un provvedimento di legge di cui mi vergogno come parlamentare e come senatore del Nuovo Centrodestra”.
Famiglia Cristiana ha per ora commentato sul proprio sito la nuova legge sul divorzio breve: “Il Parlamento ha offerto una prova di forza trasversale a danno, ancora una volta, della famiglia. Ridurre il matrimonio a qualcosa di sempre più simile a un patto elastico di convivenza, che si può sciogliere in brevissimo tempo e con estrema facilità, è un pericolo per tutti a cominciare dai figli, le vere vittime di questi casi. A parole tutti i politici affermano di voler difendere la famiglia ma purtroppo si legifera in senso esattamente contrario come dimostra questa riforma”.