Kamilah Brok, la polizia non crede che lei, afroamericana, possa essere la proprietaria di una Bmw: rinchiusa per 8 giorni in un ospedale psichiatrico.
Otto lunghissimi e terribili giorni chiusi in una cella di un'ospedale psichiatrico solo perché la polizia non le aveva creduto. A cosa? Che una donna di colore potesse essere la proprietaria di una Bmw. Sta facendo molto discutere in America, come ha raccontato Huffpost Usa, la storia della banchiera trentaduenne Kamilah Brok. Fermata ad un semaforo perché "non aveva le mani sul volante" e per un controllo la donna è stata prima arrestata dalla polizia di Harlem e poi rinchiusa per otto giorni nell'ospedale psichiatrico di Harlem. Sedata e forzata a prendere medicinali contro la sua volontà.
Oggi Kamilah è tornata a raccontare la sua storia in tv parlando di quei terribili giorni, della denuncia avanzata contro la polizia alla Corte Distrettatuale dello stato di New York e di quei soldi (13 mila dollari di spese mediche) che non intende pagare per tutto ciò che le è successo. "Se al mio posto ci fosse stata una donna bianca sarebbe accaduto lo stesso?" chiede in una intervista ad Huffpost.
Lo scorso anno la donna stava ascoltando musica a tutto volume nella sua Bmw mentre era ferma al semaforo di Harlem.
Ballava, picchiettava: la polizia l'ha fermata chiedendole di uscire dalla macchina. Il veicolo è stato preso in custodia e, dopo essere stata trattenuta senza alcuna specifica accusa, lei ha provato a riprenderselo. Quando gli agenti hanno saputo che era lei la titolare di quella BMW 325Ci 2003, secondo il racconto della donna, non le hanno creduto. "Bugiarda" le avrebbero detto prima di ammanettarla e trasportarla all'ospedale. Sedata, denudata e trasportata su una barella la Brock avrebbe vissuto un calvario di otto giorni. Una storia che, se confermata, non fa che incrementare una lunga lista di inquietanti episodi razzisti che l'America ha vissuto negli ultimi mesi.
Ho pubblicato questo articolo di una primaria testata giornalistica particolarmente interessante non solo per il suo contenuto, ma anche per evidenziare ciò che sta accadendo sempre più spesso sulle pagine dei nostri quotidiani. Errori grammaticali madornali commessi nella stesura degli articoli medesimi da parte di chi li scrive. Dando per scontato che i giornalisti utilizzino i computer per scrivere i loro servizi e che quindi possano usufruire dei normali correttori contenuti nei programmi utilizzati, quello che lascia basiti è che non solo non se ne tenga conto, ma che non ci sia nessun controllo ortografico prima di pubblicare l'articolo. Che dire? Ormai la lingua italiana è diventata un optional.
In questo "pezzo" ci sono tre errori grammaticali da far impallidire una qualsiasi insegnante di italiano. Vi invito a trovarli.