giovedì 24 settembre 2015

Volkswagen, al Ceo dimissionario Martin Winterkom spetterà una pensione da 28,6 milioni. Anche di più con la buonuscita...



Prendete il numero di auto "truccate" da Volkswagen (11 milioni), moltiplicatelo per tre e convertite il tutto in euro: ecco, quella è la "buonuscita" con cui l'ex Ceo ieri dimissionario Martin Winterkorn tornerà a casa. 33 milioni in totale.
Nello specifico, per l'uomo che dice di non "aver fatto nulla" ed aver appreso del Dieselgate dai giornali, ci sarà una pensione da 28,6 milioni di euro. E' quanto emerge dall'ultimo report annuale, che, spiega Bloomberg, "non indica condizioni per cui la somma potrebbe non venire pagata".
A Winterkorn potrebbero anche andare due annalità in caso di uscita per, appunto, totali 33 milioni, ma la parola spetta al board che potrebbe ridurre la somma.
Il 68enne lo scorso anno aveva guadagnato 16,6 milioni di euro, il secondo stipendio più alto della Germania. Fra le circostanze citate dal report c'e' anche la decisione del board di porre fine al mandato di Winterkorn prima della scadenza, ma se ciò dovesse avvenire per un motivo di cui il manager venisse ritenuto responsabile la buonuscita potrebbe venire rivista in modo deciso.
E' l'ultimo dettaglio su uno scandalo destinato ad allargarsi di giorno in giorno. Oggi, per la prima volta, la Borsa regala però seri segnali di ripresa e Volkswagen fa una inversione di tendenza: in linea con i guadagni del 5% segnati alla vigilia con le dimissioni dell'ad Winterkorn, il titolo della casa automobilistica tedesca guadagna il 4,6% a 116,6 euro nelle prime battute della seduta a Francoforte.
Un tiepido sole in attesa, probabilmente, di una nuova bufera. Con l'uscita del Ceo, Volkswagen, che deve affrontare le inchieste interne, dei governi di tutta Europa e quella "penale" americana, corre ai ripari cercando un nuovo amministratore delegato. Potrebbe essere scelto già venerdì prossimo. In pole i nomi di Matthias Mueller, appoggiato dalle famiglie che controllano Vw, e Herbert Diess, un ex dirigente Bmw e scelto quest'anno per guidare la nuova divisione Brand del gruppo.
Per Bloomberg, che cita analisti del settore, "a Mueller potrebbe venire affidato un interim necessario a stabilizzare la società, che verrebbe poi affidata a Diess, oppure ad Andreas Renschler, numero uno della divisione veicoli commerciali. Ma per Commerzbank un possibile candidato sarebbe anche Sascha Gommel, capo di Skoda, la società ceca controllata dalla casa di Wolfsburg. L'unica cosa al momento certa è che il successore non sarà un esterno al gruppo, considerato che il 51% di Vw è in mano alle famiglie Porsche e Piech con la Bassa Sassonia che detiene un ulteriore 20%"
Al successore di Winterkom il compito anche di "coprire" la questione delle lettere. E' infatti emerso che nell'aprile scorso, Volkswagen le ha inviate ai proprietari californiani di vetture diesel per informarli della necessità di "un richiamo per problemi di emissioni". La richiesta era di portare le loro auto ad un concessionario per "l'installazione di un nuovo software che assicurasse che le emissioni fossero ottimizzate per renderle efficienti".
Anche di questa lettera Winterkom non era a conoscenza? Adesso comunque, in attesa di conoscere i nuovi sviluppi sull'inchiesta, l'ex CEO potrà godersi il buen ritiro: dopo che l'azienda lo ha ringraziato "per il suo elevato contributo" gli spetta di diritto una vettura Volkswagen per tutto il periodo della pensione. Non è dato a sapere se sia a Diesel o meno.
 

8 Marzo, FESTA DI TUTTE LE DONNE