lunedì 2 marzo 2015

Chi è il mandante dell'omicidio Nemzov?



Nemzov, il giallo delle telecamere spente. La fidanzata: “Mi vietano di andare al funerale”

II sistema video sarebbe stato guasto. Il Comune smentisce. Ma le immagini non ci sono.

Il giorno dopo la grande manifestazione dell’opposizione a Mosca spunta un giallo che riguarda le telecamere di sorveglianza nella zona del delitto che secondo alcuni giornali russi erano spente perché «in riparazione».  
Il Comune di Mosca smentisce ribadendo che i sistemi funzionavo. Ma da quando, nella tarda serata del 27 febbraio, Nemzov è stato freddato da quattro colpi di pistola sul ponte Bolshoi Moskvoretski, è stato pubblicato solo un video (di scarsa qualità) delle registrazioni effettuate dalle telecamere di sorveglianza, da un punto in cui l’assassino rimane coperto per la maggior parte del tempo da un mezzo definito uno «spazzaneve».  
Molti giornalisti a Mosca hanno ricordato sui social network che anche solo effettuare delle riprese professionali da quel ponte, fa scattare l’arrivo della polizia in pochi secondi, che chiede permessi e autorizzazioni. Ma dopo l’assassinio di Nemtsov gli agenti hanno impiegato 10 minuti ad arrivare. Poche ore dopo la diffusone del video, sul canale Tvc, un ex fotografo dell’agenzia Tass, Mitya Aleshkovski, ha pubblicato su Twitter la foto di una telecamera direzionata «esattamente verso il luogo dell’omicidio», ma delle cui riprese non si ha notizia per ora. 
Intanto Anna Duritskaya, la giovane modella ucraina che si trovava in compagnia del compagno Boris Nemzov ha riferito di aver fornito la sua testimonianza e di non capire perché gli investigatori non le consentano di ripartire per l’Ucraina. La Duritskaya ha raccontato che gli investigatori la trattengono per motivi di sicurezza. Domani, ha aggiunto, non sarà in grado di partecipare ai funerali del compagno: «Non posso uscire, probabilmente non andrò». «Ora ho lo status di testimone. Ho dato tutte le possibili testimonianze e non capisco perché sono ancora nel territorio della Federazione russa», ha spiegato in una intervista alla tv indipendente Dozhd, sostenendo di voler rimpatriare per vedere la madre malata.  
Intervistata dalla tv indipendente Dozhd, la giovane modella ucraina ha sostenuto di non aver visto il killer del suo compagno. «Non so da dove è uscito l’assassino. Non ho visto perché tutto è successo alle mie spalle», ha spiegato. «Quando mi sono girata, ho visto solo un’auto bianca, ma non ho visto la marca o la sua targa. Non ho visto l’assassino entrare nella vettura». La donna ha aggiunto di non aver notato se erano pedinati. La donna ha escluso anche la gelosia tra i moventi dell’omicidio del suo compagno. «Non credo possa essere questa la ragione», ha detto, aggiungendo che né lei né Nemzov avevano ricevuto minacce di questa natura.  
Intanto la Corte russa ha negato al blogger anti-Putin Alexiei Navalni, che sta scontando 15 giorni di carcere per disturbo della quiete pubblica, di partecipare domani ai funerali dell’oppositore Boris Nemzov. Secondo i giudici, Navalni non ha diritto perché non è un parente né ha presentato circostanze esclusive.  

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