giovedì 5 marzo 2015

Come rimpiango Bossi...


Premetto che non sono un leghista e dubito fortemente che mai lo sarò. Quando però alla guida del partito c'era Umberto Bossi, la linea politica perseguita dalla formazione era abbastanza chiara. Collocamento nel centrodestra, ma senza alcuna deriva fascistoide. Anzi si può dire che la Lega fosse senz'altro un partito moderato, nonostante le uscite scissionistiche e talvolta xenofobe, che facevano però più parte del bagaglio demagogico e populista dei singoli esponenti del partito, primo fra tutti il simpaticissimo Borghezio.
Bossi non si sarebbe mai alleato con i fascisti, basti ricordare i suoi rapporti non proprio idilliaci con Gianfranco Fini.
Ma ora cosa è la Lega (ammesso che di un sol partito si possa parlare, visto l'andazzo in Veneto dove Tosi è perennemente in contrasto con i vertici della Lega stessa)?
Salvini è ossessionato da Renzi, del quale cerca disperatamente di imitare gli stessi mezzi comunicativi e sta portando il partito sempre più a destra, prima strizzando l'occhio a Marine Le Pen e poi addirittura facendo manifestazioni assieme a CasaPound.
Questo è veramente incredibile e credo che molti leghisti della vecchia generazione non riescano a capire, come forse non lo capiamo realmente noi stessi, quale sia il reale disegno politico di Salvini.
Un fatto è certo. Da quando Salvini guida il partito, c'è un assordante silenzio. 
Quello del vecchio capo. Il Senatur.     

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