Flavia Pennetta e Roberta Vinci hanno portato lo sport italiano nella storia e, la prima, ha scritto a lettere cubitali il proprio nome e cognome in uno dei templi del tennis mondiale. Eppure, nel Belpaese i cui confini a volte collimano con la repubblica delle banane, c’è stato qualcuno che di questa straordinaria impresa se n’è infischiato. L’importante era polemizzare con Renzi, reo di essere volato a New York per essere presente all’evento insieme con Malagò, capo dello sport tricolore. Per evitare di fare loro pubblicità, mi guarderò bene dal fare i nomi di quelli che, a vario titolo e a seconda della strumentalizzazione per loro più proficua, hanno tirato ad alzo zero sul blitz del premier. Della Casta e dei suoi immondi privilegi abbiamo le tasche piene. Della Casta ignorante di sport, pure. Avvertenza per i somari che ragliano nei pressi dei palazzi del potere: ignorante sia inteso nel senso etimologico del termine. Dal vocabolario Treccani: “Chi non conosce una determinata materia, che è in tutto o in parte digiuno di un determinato complesso di nozioni”. Per esempio che l’Us Open è una sorta di mondiale tennistico di fine estate, essendo il quarto e ultimo torneo del Grande Slam. Che negli Usa ci sono 20 milioni di praticanti. Che il match del 12 settembre è stato televisivo ai quattro angoli del pianeta. Che sulle tribune di Flushing Meadows c’erano 26 mila spettatori. Che l’Us Open affonda le sue radici nel 1874, l’anno della pubblicazione delle regole del tennis. Che le Sorelle d'Italia hanno tramortito le Grandi del tennis, gli scommettitori e persino la First Lady Michelle Obama che ha twittato tutta la sua delusione alla Williams pietrificata dalla Vinci.
Se fosse stata la finale del mondiale di calcio o della Champions League con un’italiana in campo, è presumibile che pochi politici avrebbero avuto da ridire sulla presenza del capo del governo. Siccome l’evento era tennistico, si è scatenata la saga delle polemiche, in molti casi orchestrata da quelli che speculano sulla pelle dei profughi e ci fanno vomitare come la reporter magiara che fa lo sgambetto a un migrante in fuga con il suo bimbo o il gentiluomo danese che sputa su un gruppo di siriani in coda. Renzi ha fatto bene a piombare a New York, rendendo non soltanto un omaggio concreto allo sport italiano, ma a due donne che l’Italia hanno esaltato, al contrario di troppi cialtroni che dovrebbero servire la cosa pubblica, ma la umiliano e la svergognano ogni giorno con ruberie, corruzione, malversazioni di ogni ordine e grado. E non parliamo del battaglione di inquisiti e condannati che siede in Parlamento, sennò tornano i conati. Una come la Pennetta o come la Vinci, questi non la meritano.
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