Trovo che quella che ha travolto l'ormai ex ministro Maurizio Lupi sia l'ennesima triste vicenda che ormai da un po' di tempo a questa parte sta coinvolgendo i nostri amati politici di destra, di sinistra e di centro. Adesso viene quasi da dire: avanti un altro.
Noi cittadini, ci siamo talmente abituati al malaffare, alle menzogne, ai ladrocini dei nostri rappresentanti politici, che quasi non proviamo più né rabbia né nausea per quello che la cronaca ormai giornaliera ci vomita puntualmente all'ora di pranzo.
Ma veniamo nello specifico. Quali sono le colpe di Lupi, che devo onestamente dire io ritenevo uno dei pochi esponenti politici del centrodestra con una testa pensante, come poi i fatti hanno dimostrato con il suo allontanamento da Forza Italia e l'approdo in NCD.
Ha semplicemente raccomandato suo figlio a un faccendiere, che naturalmente ha subito esaudito la richiesta di lavoro, per non parlare dell'accettazione sempre da parte di suo figlio in dono di un Rolex da 10.000 euro.
Vogliamo dirla tutta. In questi anni abbiamo visto ben di peggio, con quasi tutti i consiglieri regionali italiani indagati per aver utilizzato fondi dei partiti a proprio uso e consumo, anche per comprarsi le mutande.
Essendo l'asticella della qualità e quantità del malaffare salita vertiginosamente con il passare del tempo, devo dire che tutto il can can che i pagliacci di Grillo hanno sollevato contro Lupi mi è sembrato financo eccessivo.
Ma qui è intervenuto un evento che si è rivelato un boomerang per Lupi e ne ha decretato l'affossamento.
LA MENZOGNA.
Lupi ha mentito, coscienziosamente, ai cittadini italiani. Ha affermato in Parlamento, nel luogo dove massimo dovrebbe essere il rispetto nei confronti del popolo italiano, di non aver mai raccomandato suo figlio. Versione puntualmente smentita dalle intercettazioni telefoniche.
Invece di scusarsi e fare ammenda, ha spudoratamente mentito, dissolvendo in un istante quel piccolo sentimento di perdono che io ero disposto a concedergli.
Per Lupi, l'ultimo ululato è stato fatale.
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